Ti ricordi quando da bambino hai iniziato a colorare?
Quando i tuoi colori preferiti erano quelli a tempera o gli acquerelli perché erano i colori che più si prestavano ad essere sparsi sul foglio in modo caotico e disordinato?
Perché in questo modo potevano sprigionarsi sensazioni, emozioni, tutto ciò che provavi senza filtri.
Poi è arrivata la mamma, un’insegnante, la nonna, una qualsiasi figura adulta di riferimento che ti ha insegnato a “colorare dentro ai bordi”. Quante prove prima di riuscirci, e quanta soddisfazione quando neanche una punta di colore usciva dal disegno!
L’essere in grado di “rimanere dentro ai bordi” nel corso della vita è fondamentale. Questo insegnamento che ci viene dato da bambini si rivela poi essere una guida importante a livello simbolico. Quei bordi sono la nostra struttura, rappresentano i nostri punti di riferimento e la cornice sociale, culturale, familiare all’interno della quella sappiamo come muoverci.
Ma quando si cresce, poi, cosa è necessario per STARE BENE?
Io credo che per “STARE BENE” occorra riuscire a sentirsi LIBERI, pur all’interno di questa cornice: liberi di essere se stessi e di uscire proprio da quei bordi, ma con serenità, lasciandosi andare alla bellezza delle emozioni, positive e negative che siano.
In particolare all’interno della società di oggi, che richiede di aderire a degli standard di aspettative molto elevati, stare bene per me non significa affatto aderire a questa richiesta implicita di essere perfetti, così come non significa nemmeno non fare mai un passo sbagliato.
Anche quando per errore si colora fuori dai bordi, si può usare la gomma e tornare all’interno della cornice imparando a riflettere sugli errori commessi…o, viceversa, quando si esce dai bordi perché ci si lascia andare, si possono creare dei capolavori “imperfetti, sbavati e chiazzati”, ma forse proprio per questo UNICI.